PREMIO NOBEL PER LA PACE ALLA CITTA’ DI BESLAN

BESLAN COSTRUTTRICE DI PACE

Beslan non deve essere dimenticata

Beslan è la Patria di tutte le lacrime delle Madri della Terra

Beslan è il cuore ferito dell’Umanità

Beslan deve continuare, per i Giusti del mondo, a rappresentare il dolore più profondo dell’umanità ferita, dolente, incapace a vivere in pace e a insegnare a non usare l’assassinio di un popolo e dei suoi bambini per finalità politiche

A vent’anni dalla strage del terrorismo internazionale dei bambini vogliamo proporre la Città di Beslan, la sua popolazione martire, a candidata al Premio Nobel per la Pace

Per riaffermare il No del mondo al terrorismo, per sostenere l’opera di chi ancora aiuta Beslan a guarire dal male spietato dell’eccidio dei suoi bambini 

L’APPELLO

CANDIDIAMO LA CITTÀ DI BESLAN AL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2025

No, nessun dolore al mondo è più forte di questo

Beslan è la Patria di tutte le lacrime delle Madri della Terra

Dal 3 settembre 2004 Beslan è diventato sinonimo di eterno dolore placato dalla solidarietà e dalla condivisione. Una piccola cittadina che, suo malgrado, è divenuta simbolo di coraggio, tenacia, immenso dolore, sofferenza senza fine

La parola Beslan ha assunto il medesimo suono di Auschwitz, Buchenwald, My Lai, Marzabotto

L’immensità del dolore provocato e provato a Beslan non può essere riempito dal suono di nessuna parola. Non c’è in nessuna lingua del mondo un termine che possa tradurre in un suono questo immenso, cupo dolore. Dolore collettivo, dolore di un popolo intero, di una intera comunità. Un dolore che toglie il respiro ed annienta

Beslan è il cuore ferito dell’Umanità. E quelle ferite non sono ancora guarite – forse difficilmente guariranno – ma l’eco della tragedia dei bambini, simile forse solo a quella di Erode ancora risuona nel mondo

Dai tre giorni dell’Apocalisse della Scuola n. 1 BESLAN, con fatica, ha saputo diventare CITTA’ COSTRUTTRICE DI PACE

I tre giorni rimangono scolpiti nei cuori e nelle menti di milioni di persone di tutte le religioni, di tutte le nazionalità del mondo

Una terribile tragedia si è trasformata in uno straordinario cammino per la Pace. Un movimento che, nascendo da un immenso dolore si è trasformato in un potente, inarrestabile movimento collettivo di Pace

I sopravvissuti, le loro Associazioni civili, i  famigliari delle vittime, l’intera comunità di Beslan oggi assumono su di loro la testimonianza dell’energia della vita sulla morte, della Pace sulla violenza del terrorismo

Beslan è una lezione. Una lezione vivente. La lezione della fratellanza, della condivisione, della solidarietà concreta, attiva, praticata nei fatti

I bambini di Beslan hanno insegnato molto al mondo. Hanno insegnato ad essere coraggiosi, ad affermare la vittoria del Bene sul Male, della Vita sulla morte.

A gridare la Pace

Oggi Beslan è sinonimo di Pace e convivenza, tolleranza ed accoglienza

Una città che contribuisce straordinariamente alla affermazione di un mondo basato sui valori di Pace, fratellanza e condivisione

Per questi motivi NOI cittadini dei più diversi Paesi del mondo, firmatari del presente appello, chiediamo di conferire alla Città di Beslan il Premio Nobel per la Pace

NORWEGIAN NOBEL COMMITTEE

Henrik Ibsen gate 51

0255 OSLO – NORWAY

BESLAN I DATI DELL’IMMANE TRAGEDIA

Secondo i dati ufficiali le persone prese in ostaggio al momento dell’assalto del gruppo terroristico alla scuola erano 1.116. Di queste, 17 adulti di sesso maschile vengono uccise dai terroristi nella scuola il primo giorno della cattura come vendetta per l’abbandono delle trattative da parte del Governo, mentre altre 3 verranno uccise lo stesso giorno nelle adiacenze dell’edificio scolastico. Degli ostaggi rimanenti 284 rimarranno uccisi a causa dell’esplosione delle bombe piazzate dai terroristi nei locali della scuola e del successivo intervento volto alla loro liberazione. 13 persone moriranno nei giorni immediatamente seguenti la liberazione della scuola a causa delle ferite riportate.

Il 3 settembre 2 soccorritori vengono uccisi durante il tentativo di recuperare i corpi delle vittime del 1 settembre. Lo stesso giorno sono 10 le persone appartenenti ai Corpi delle Forze speciali russe che perdono la vita nell’assalto per la liberazione degli ostaggi, 3 civili vengono uccisi in quei frangenti ed 1 muore nei giorni seguenti a causa delle ferite riportate.

Numero complessivo delle vittime: 334 delle quali 186 bambini di cui 9 in età prescolare.

Scolari della prima classe 18; della seconda classe 15; della terza classe 21; della quarta classe 21; della quinta classe 16; della sesta classe 28; della settima classe 13; dell’ottava classe 13; della nona classe 22; della decima classe 9 ed 1 dell’undicesima classe.

In 66 famiglie sono morte da 2 a 6 persone. 17 i bambini rimasti completamente orfani. 810 persone hanno riportato ferite più o meno gravi (ostaggi, appartenenti alle Forze Speciali, FSB, MCS (Ministero delle Emergenze), MVD (Ministero degli Interni) ed Esercito, 479 delle quali bambini (44 in età prescolare)

Feriti gravi 163 di cui 97 bambini (6 in età prescolare). 72 bambini sono rimasti invalidi permanentemente assieme a 69 adulti

Infarti, suicidi, traumi psichici permanenti …

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